Non siete costretti a schizzare dal letto al suono della sveglia, non dovete percorrere il solito itinerario, non avete le incombenze del vostro ruolo cui badare.

Cosa significa?

Che potrete poltrire un giorno intero smaltendo la stanchezza, che il giorno dopo sarete un po’ più rilassati e che al terzo giorno dovreste accogliere a braccia aperte l’occasione. Siete finalmente fuori dalla routine, non avete un’agenda nella quale incastrare tutti gli impegni, siete liberi dal consueto schema di orari, procedure, adempimenti, obblighi.

Bene! Ovunque voi siate -a casa, al mare o in montagna- la vacanza rompe il tracciato. Tutto l’anno al mattino bevete un caffè di corsa? Ad agosto è facilissimo prendersi il piacere di sedervi a gustare una colazione più sana e ricca.

Vi sarà anche capitato, a settembre degli anni scorsi, di tornare immediatamente al caffè di corsa.

Perché? Perché non vi siete soffermati abbastanza sulle chances, della vacanza.

Scivolarci dentro 20 o 30 giorni serve a ben poco. Volano.

La prima risorsa della quale invece riappropriarsi è proprio il tempo!

Gustarsi la vacanza significa sicuramente riposare, visitare, svagarsi. Ma vuol dire anche cogliere i messaggi e gli stimoli che il tempo libero ci lancia. Primo tra tutti la possibilità di uscire dalla trappola delle abitudini.

Cosa intendo per trappola delle abitudini?

Non cambiare mai percorso, non osare qualcosa di nuovo, non esplorare alternative. Non solo. Spesso vuol dire anche non ascoltarsi più, non dare più voce ai sogni, ai propositi, alle idee. È la trappola degli automatismi, delle ripetizioni che non ci fanno mai innovare. È il circolo vizioso del cervello impigrito, adagiato su meccanismi consolidati.

Magari in azienda ci sarebbe bisogno di uno scossone, magari avremmo parecchie cose da cambiare, magari lamentiamo risultati deludenti però l’abitudine ci inchioda a una realtà che sembra impossibile trasformare.

La vacanza è il grimaldello! Ci permette un fuori pista, ci mette davanti a impulsi interessanti, ci riconsegna le energie per smuovere i pensieri.

Qual è la formula da adottare?

L’attenzione! Avere cura di quello che incontriamo, di ciò che siamo in grado di fare, di quello cui normalmente non abbiamo spazio da dedicare, è un passo fondamentale. Vi scoprite capaci di tentare un tuffo da un alto trampolino, di seguire un corso di surf, di avventurarvi in un’impegnativa scarpinata in alta quota? Magnifico. Può essere un ottimo spunto per ridare smalto alla fiducia in voi stessi e al vostro spirito di iniziativa.

Ma c’è sicuramente molto altro. E vi deriverà dall’osservazione e dal relax consapevole. La pausa estiva è un eccellente carburante per la creatività e la creatività è per sua natura ribelle alla rigidità delle abitudini. Lontani dalla scrivania potete rivedere mentalmente i vostri metodi “dall’esterno” e avere diversi illuminanti punti di vista.

Certamente non tutte le abitudini sono sbagliate, sia chiaro. Ma in vacanza potete seguire l’istinto e accorgervi che vi guida a soluzioni migliori, ascoltare un vicino d’ombrellone che vi presenta un’inconsueta e affascinante prospettiva, trarre ispirazioni geniali dai luoghi e dalle atmosfere.

La vacanza è anche l’opportunità per forzare un po’ la mano. Siamo più ‘coraggiosi’, in vacanza. Non ci fanno paura i cambiamenti, le sorprese, le cose sconosciute…anzi! E allora occorre approfittarne per fare pace con la curiosità, con l’intraprendenza, con l’entusiasmo. La vacanza è un po’ come un coach: non vi impone nulla ma vi fa arrivare dove volete.

Provateci, non restate in trappola! Io vi aspetto qui per la prossima puntata estiva.