Nella vita o nel business il sogno comune è avere successo.

Se ci intendiamo bene sul concetto di successo, che non è popolarità, ma riuscire bene in quello che si fa, affermare felicemente se stessi, realizzare i propri obiettivi, capiamo sicuramente che possiamo raggiungerlo.

Dipende da noi, da quanto lo vogliamo, da cosa facciamo per perseguirlo.

Cosa sento solitamente che rema contro?

Le avversità e la sfortuna. Non posso negare le prime, anzi, è normalissimo ci siano. Posso dire qualcosa sulla seconda. Se ne parla come di qualcosa di ‘congenito’ e inevitabile mentre credo non sia che il nostro atteggiamento negativo, a farcela percepire. Potete forse sconfessare la diffusa tendenza a piangersi addosso o a rassegnarsi a condizioni sfavorevoli?

A essere determinante è sempre la nostra re-azione, a tutto. E spesso cosa mina davvero le nostre possibilità di successo? Il pessimismo, la fragilità, la carenza di motivazione.

Forse qualcuno crede che il successo sia un caso che si può aspettare comodamente seduti sul divano di casa? Io sono convinto che ce lo guadagniamo innanzi tutto smettendo di lesinare energie, forze, coraggio, speranza.

Capita troppo spesso che non ci si applichi abbastanza a un lavoro, ad esempio, perché abbiamo l’impressione che il merito non sia riconosciuto e quindi non valga la pena farlo bene o perché non ci viene pagato quello che vorremmo o perché non ci sentiamo nel posto giusto. Tutto ciò contiene un fatale errore di fondo. Un errore di mentalità e di approccio. È sacrosanto aspirare a essere riconosciuti e a ricavare il dovuto da ciò che facciamo, ambire a qualcosa che ci appaghi di più. Ma tutto ciò comporta:

  • la nostra re-azione adeguata ovvero fare tutto quanto è necessario per migliorare la nostra situazione, per dimostrare quello che valiamo, per cambiare quello che non funziona;
  • la nostra responsabilità e il rispetto dei nostri valori ovvero non giustificare mai una nostra cattiva prestazione e un nostro pessimo comportamento.

La realtà è che dobbiamo dare il massimo innanzi tutto a noi stessi e per noi stessi, che un vero processo di evoluzione si compie solamente se rafforziamo le nostre qualità, le nostre conoscenze, le nostre abilità sempre e comunque, a prescindere dalla contingenza di qualcuno che non ci gratifica. Questa, anzi, è una condizione che ci fa crescere emotivamente. La motivazione dobbiamo tenerla in pugno noi.

Il successo è la conseguenza anche di questo cammino.

Il piacere della resistenza, del coraggio della sfida, della soddisfazione di sé, è il motore della re-azione. Più ci sentiamo responsabili del nostro ‘destino’, più siamo in grado di sostenere la salita, più riusciamo ad aumentare le frecce al nostro arco, più determiniamo il nostro successo.

Un atteggiamento svogliato e rinunciatario è l’anticamera del fallimento. E non sarà colpa che di noi stessi e sarà solo e solamente un’ammissione di mancanza di potere personale!