Sentiamo e utilizziamo sempre di più l’espressione “Industria 4.0” che si riferisce al processo che sta conducendo all’automatizzazione e alla robotizzazione e che in varia misura coinvolge l’intero mondo produttivo e commerciale.

È un processo destinato a incidere profondamente nella gestione e nell’organizzazione delle aziende. Questa rivoluzione è più veloce -e forse anche più sorprendente- delle precedenti. L’era di internet e dell’alta tecnologia impattano fortemente sul costume, sul lavoro, sul business e sulle relazioni perché allargano gli orizzonti oltre ogni misura immaginabile.

L’innovazione non è più solo qualcosa da inventare e imparare, è qualcosa da superare, continuamente. Viviamo il tempo del work in progress costante.

Al background culturale e alle competenze tecniche si affiancano in un ruolo sempre più importante le competenze trasversali. Le soft skills ovvero qualità e attitudini personali sono quelle che fanno e faranno la differenza, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti.

Perché? Perché le opportunità di un mondo complesso richiedono dinamismo intellettuale ed emotivo, flessibilità, curiosità e creatività. Perché alle nuove domande del mercato non bastano le vecchie risposte. Perché solo un pensiero aperto e orientato all’avanguardia può cogliere le istanze, le occasioni, le direzioni 4.0.

Troveranno sempre più apprezzamento l’intelligenza emotiva, il pensiero critico, la resilienza, il problem solving, l’ottimismo, la leadership, la visione strategica.

La macchina potrà affiancare o sostituire l’uomo in operazioni di routine, potrà snellire enormemente i tempi di esecuzione di lavorazioni standard, potrà svolgere egregiamente un insieme di operazioni programmabili. Viceversa farà molta fatica, presumo, a essere portatrice di valori umani e di genialità.

Per tutto ciò trovo molto interessante sottolineare la proattività come atteggiamento 4.0 vincente. Essere proattivi significa pensare e agire anticipando gli eventi quindi prendere l’iniziativa, prevenire problemi, trovare soluzioni, intercettare esigenze, inseguire il miglioramento. Implica focalizzazione e coinvolgimento, significa senso di responsabilità e motivazione. Una mente proattiva è orientata al cambiamento, ha spirito di iniziativa, si auto-stimola in modo positivo.

Dicevo che le soft skills fanno e faranno la differenza, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti. Ecco, un atteggiamento proattivo non è solo manifestazione di autonomia, è un potente antidoto agli automatismi e una risorsa di valore nel work in progress evolutivo e innovativo. È la chiave per interpretare e vivere proficuamente e efficacemente l’era e il business 4.0.

Ma la proattività si può acquisire e sviluppare?

Su questo interrogativo si può giocare il futuro di molti imprenditori, manager, lavoratori. Lo affronterò molto presto.