Nuovo anno, nuove linee guida, nuove skills, o quasi.

Ormai siamo consapevoli di vivere in un perenne, indecifrabile e imprevedibile periodo di cambiamento in cui le professioni cambiano e ne nascono di nuove per stare al passo con le innovazioni.

Il presente e il futuro prossimo sembrano richiedere un esercito di manager post moderni che si distinguono per flessibiiità, multidisciplinarietà, agilità digitale e molte altre skills su cui tutti noi dovremmo interrogarci: ma quali sono esattamente?

Leader più che manager

Essere leader non significa solo diventare un punto di riferimento positivo e trainante per il proprio team, ma prevede un percorso di crescita articolato e focalizzato su molte sfumature caratteriali. Deve, ad esempio, avere una visione chiara e d’insieme ed essere in grado di comunicarla efficacemente ai suoi collaboratori, sfruttando creatività, coinvolgimento e strategia per “fare la differenza”. Chiarezza, etica personale, sincerità e competenza sono tutte skills necessarie a creare quella fiducia così difficile da costruire e, allo stesso tempo, così facile da distruggere.

Catalizzatore di energie

Non un semplice team working, ma una vera e propria capacità di gestione e valorizzazione delle risorse, sia dal punto di vista individuale che di squadra.

L’abilità (per niente scontata) di costruire relazioni positive con i collaboratori è un compito arduo e delicato in cui il manager del futuro ha un ruolo determinante. La costruzione di un ambiente sereno e produttivo dipende da molti fattori, come il rafforzamento della cultura di fiducia, necessaria per la gestione flessibile delle attività, o la valorizzazione della personalità dei collaboratori. In questo caso, l’ispirazione, la capacità di ascolto e di supporto sono essenziali. Il nostro manager non gioca a fare il comandante, ma è guidato da un’ottica di dare per ricevere piuttosto che comandare per controllare.

Agilità personale e indole esplorativa

Non parliamo del salto a ostacoli, ma di un’attitudine mentale agile e flessibile. Se d’estate piove tutti i giorni per molto tempo, è inutile lamentarsi, ma è produttivo riorganizzarsi per tempo. Allo stesso modo in un contesto lavorativo teso o problematico o con alto tasso di stress, la capacità d’accettazione è una skill fondamentale, che permette di condizionare l’ambiente intero. Questo mindset dipende da una programmazione mentale che vive già il futuro, ha obiettivi ben chiari ed è pienamente cosciente del proprio raggio d’azione, trovando così soluzioni orientate a risolvere un imprevisto o un problema con la curiosità tipica di un esploratore.

Innovatore temerario

Oltre a pianificare, programmare e anticipare gli obiettivi di business, il nostro manager post-moderno è un tuttofare dalle sfumature camaleontiche. L’innovazione va vissuta con un’accezione creativa e lungimirante, meno tecnica e più orientata alla sperimentazione. Non esiste la paura di fallire, proprio perché in questa si identifica un’opportunità preziosa per il proprio apprendimento.

Produttore di intelligenza collettiva

Il nuovo manager non è solo in grado di costruire un ambiente di lavoro stimolante e produttivo, ma deve anche saper creare valore attraverso l’integrazione di competenze diverse individuate nei suoi collaboratori. Un agile coordinatore di abilità che sa come far interagire i propri collaboratori trasformando la possibile competizione in collaborazione e cooperazione.

La cassetta degli attrezzi professionale comprende sicuramente molte soft skills che rispecchiano un contesto moderno, in continua evoluzione e per questo difficilmente inquadrabile.

Insomma, possiamo dire che i manager post-moderni dovranno imparare ad apprendere dal futuro, senza timori o paure di nessun genere, ma facendosi guidare da creatività e ispirazione.