Ci accingiamo a scrivere 2018. Ci accingiamo a scrivere un Nuovo Anno. A scriverlo, appunto. Questo può e deve significare dargli la nostra impronta, farlo nostro, rimettere a punto la nostra storia.

Inutile inaugurare sempre il capodanno con una sfilza di aspettative, desideri, sogni, ambizioni, che puntualmente finiscono per essere travolti dalla prima settimana della <solita realtà>. Invece dei buoni propositi bisogna formulare un piano che ci faccia passare subito all’azione. Un piano che detti l’altra realtà, quella del 2018. Giorno dopo giorno.

Come?

Mettendoci in agenda. Sì, mettendo noi stessi al primo punto dell’agenda. Ci siamo lasciati, prima della pausa natalizia, con la <visione>: vi ho chiesto di pensare alla vostra personale visione del vostro futuro personale. Cosa volete, cosa immaginate, cosa inseguite. Punto per punto, in una piccola o grande scaletta, questo è il punto di partenza.

Collocatevi al centro, al centro dei progetti e dei programmi, al centro delle cose da fare per realizzarli. Con la carica della motivazione, riuscirete a focalizzare la vostra attenzione sui passaggi da compiere e a tenere la concentrazione su ogni passo.

Abbiamo parlato, appunto nello scorso post, di investimento su se stessi. Il fulcro dell’energia che vi serve è proprio nella consapevolezza che ciò che fate per voi, per la vostra crescita, per il vostro benessere, è molto, molto redditizio. Analizzate bene punti di forza e punti di debolezza, scandite il tempo che vi occorre per lavorarci su, il tempo utile per la vostra formazione, il tempo necessario e magnifico per la vostra evoluzione interiore, il tempo prezioso per le relazioni e la comunicazione.

Il 2018 vi vuole maturi. Maturi al cambiamento, maturi all’innovazione, maturi alla resilienza. Niente panico e nessun rinvio.

Ponetevi degli obiettivi. Iniziate con quelli a breve e medio termine. Iniziate da quelli piccoli, prontamente raggiungibili e verificabili. Saranno un’ulteriore molla di determinazione. Assegnatevi dei compiti, individuate un limite da superare. Cominciate con quelli facili e monitorate i vostri progressi. Avrà un risvolto importante sull’ottimismo e il senso di autoefficacia. Incrementate le vostre letture, i vostri spazi di creatività, il vostro bacino di interessi. Aiuterà il vostro umore, la vostra carica, la vostra fiducia.

Cosa potete migliorare? Recuperare e enfatizzare i valori umani, approfondire i rapporti con gli altri, potenziare le vostre conoscenze e competenze, affinare le vostre soft skills. E comprendere che non c’è un punto di arrivo ma un cammino perenne. Ora più che mai.

Tendete a ottimizzare la vostra performance senza ansia da risultati. Loro arrivano solo se siete al massimo della forma e sfruttate tutte le vostre potenzialità.

Un leader che punta sulla sua evoluzione è un leader che saprà essere empatico, assertivo, stimolante, recettivo. È un leader che saprà guardare avanti e guidare.

Nell’action plan sarà quindi naturale inserire anche questo controllo. Il controllo del proprio impatto sui collaboratori, sul confronto e sullo scambio. Il controllo sugli effetti concreti, tangibili. Anche per questo un serio piano d’agenda 2018 si gioverebbe di una routine illuminata e illuminante: atteggiamenti e comportamenti pratici da mettere in atto nella quotidianità.

Potenziare l’ascolto, ad esempio. Allenare il pensiero laterale. Coltivare l’intelligenza emotiva. Per non sfuggire agli impegni dell’action plan evolutivo bisogna essere ‘presenti’, non lasciarsi inghiottire dalle urgenze e dare conto alle priorità. E mettere in campo azioni, non intendimenti! Azioni precise, mirate: fare x, andare a y, studiare per z. Ci aggiorniamo tra 3 mesi e valutiamo?