Le trasformazioni socio-culturali, la globalizzazione dei mercati, le instabilità economiche, il continuo progresso tecnologico, ci fanno parlare di un’epoca ad alta complessità. Una complessità ricca di nuove opportunità e di occasioni di evoluzione ma che certamente, affrontata in modo improvvisato, pauroso o incompetente, può rivelarsi fatale.

Parlo appunto di semplificazione del business perché abbiamo bisogno di cogliere e applicare i concetti chiave delle dinamiche del III° millennio per stare al passo dei cambiamenti o anticiparli, per arrivare prima e meglio al pubblico, per reggere la competizione con la concorrenza.

Possono oggi le aziende conciliare innovazione, profitto, popolarità di prodotti e servizi?

Possono se adottano una politica di modernizzazione oculata e disciplinata.

Se oppongono alla complessità degli andamenti del nostro mondo un’organizzazione, strumenti, strategie e processi agili e flessibili.

Innanzi tutto dobbiamo farne una questione di mentalità. E questo peraltro mi porta a chiarire che semplificare pensiero, azione, risultato è tutto fuorché far trionfare la banalità: la semplicità oggi è se mai evocativa di genuinità, di accessibilità, di piacevolezza, di funzionalità. Questo implica che un’azienda debba essere strutturata per il suo business, non sovra-strutturata: non saranno un manager o un addetto in più, a risolvere un settore, ma il manager o l’addetto giusto.

Vedo la semplificazione del business:

  • a livello organizzativo, strumentale, operativo. Tutta la logica aziendale necessita di essere snellita per avvicinarsi agli obiettivi con maggior facilità. Questo significa rimodulare molte scelte e attività: dal messaggio di marketing all’organizzazione del lavoro. Delegare, ottimizzare la gestione del tempo, automatizzare certe operazioni, sono le parole d’ordine della semplificazione. In sostanza compiere tutti quei passi che alleggeriscono il carico operativo, liberano risorse creative, tagliano lo spreco di tempo, migliorano la gestione delle risorse.
  • a livello di comunicazione. Abbiamo bisogno di una comunicazione seducente e fidelizzante, che sappia utilizzare tecnologia, rete e social media, che si muova e interagisca con il linguaggio del target. E abbiamo bisogno di una comunicazione interna fluida, lineare, coinvolgente.
  • a livello di scelte di linea: alludo a cosa e come farlo. Il tempo 4.0 infine è il tempo del prodotto o servizio prontamente appagante. Quanto più scattante è l’azienda tanto più è facile mettere in campo ciò che il mercato si aspetta, correggere i programmi, intercettare le tendenze. E’ vincente l’azienda che riesce a esaudire desideri, a produrre risposte. E una tra le richieste più diffuse è proprio quella di soluzioni che semplificano la vita.

A monte della semplificazione però la regola rimane il focus.

E’ essenziale che scopo e obiettivi siano estremamente chiari e che l’attenzione strategica sia mirata al raggiungimento secondo i percorsi e i modi più rapidi ed efficaci. Più siamo centrati più evitiamo i passaggi inutili e costosi. Questo è il motivo per cui caldeggio una modernizzazione oculata e disciplinata.

Informatizzare ad esempio non significa acquistare computer e software e aprire canali internet ma saper scegliere quanti e quali, gestirli adeguatamente, esercitare la dovuta cyber security, conseguire attraverso tutto ciò maggiori o migliori obiettivi.

E allora semplificare il business è un po’ come governare la campagna: semine, innesti, potature, secondo calendario, logica, utilità.