Certo che un leader deve essere efficace! E istintivamente pensiamo che lo sia quando guida la sua squadra al successo. Il problema è individuare come può riuscire, quali caratteristiche deve avere.

Sappiamo che esistono molti modelli, di leadership. Voglio prendere a riferimento i sei leader descritti da Daniel Goleman: l’autoritario, il visionario, il coach, il democratico, il sociale o affiliativo e il battistrada. Tralasciando lo stile autoritario, che non ha né presente né futuro, e quello battistrada, eccessivamente determinato e individualista che oggi, nell’era del team, non può resistere sul mercato, un leader efficace sa ‘indossare’ tutti gli stili, in base alle circostanze e alle necessità in modo molto elastico.

Posso sicuramente aggiungere che un leader efficace è connotato da intelligenza emotiva, viene seguito dal team in modo spontaneo e armonico in un buon clima aziendale.

Ma l’efficacia e l’ottima influenza sul team sono una costante?

La risposta è nelle mani del leader stesso. Dipende dalla sua capacità di coltivare sempre, la sua leadership. Io lo immagino in effetti in continua crescita, mai fermo allo status quo ma proiettato a imparare, a migliorare, a confrontarsi con la creatività, a trovare nuove opportunità quale che sia l’andamento del mercato.

E allora parlo di un leader ricettivo, che sa osservare, ascoltare, comunicare, delegare. In un periodo e in un mondo complesso e incerto, il leader ricettivo è quello abile a intercettare i segnali che arrivano da un panorama scivoloso e mutevole.

D’altra parte uno che ha voglia di evolvere è aperto, si relaziona costantemente, sa cogliere e valorizzare i contributi di tutti. Ecco allora che essere ricettivi è qualità fondamentale di una leadership efficace. Non è più pensabile il capitano d’industria solo al comando, c’è bisogno di un team forte e di un leader pronto a cogliere, sviluppare e indirizzare questa forza. Un leader ricettivo vive ogni giorno questa connessione con gli altri e con il flusso di informazioni utili. Si mette in gioco e abbraccia le sfide con spirito curioso, costruttivo, coraggioso e antifragile.

Un leader efficace raggiunge risultati perché motiva tutti i collaboratori, al loro raggiungimento.

Ancora non basta, forse, per una leadership efficace.

Al di là dell’umiltà, della lungimiranza, della perseveranza, della passione, si è fatto largo il concetto di responsabilità, del leader. Alludo al leader 4.0, il leader del terzo millennio. La 47ma edizione del World Economic Forum quest’anno aveva come focus tematico proprio la leadership pronta e responsabile: i rischi ambientali, quelli indotti dalla globalizzazione e dalla rivoluzione tecnologica chiamano a sfide potenti e vogliono una leadership sensibile e attenta.

Possiamo dire che la quarta rivoluzione industriale deve essere governata con estrema saggezza e che le aziende devono lavorare molto per esserne davvero consapevoli e positive protagoniste.

Alla luce del presente dunque il leader efficace non è un tuttologo onnipotente ma è un signore che ogni giorno mette in discussione se stesso e guarda avanti, conscio che il giusto profitto perseguibile è quello sostenibile. Uno che non smette mai di apprendere e che sente e vive in modo responsabile la realtà.