Se la performance fosse semplicemente il risultato di un buon allenamento, tutti saremmo in grado di ottenere risultati discreti, se non ottimi.

Purtroppo, o per fortuna, non è così. Come mai?

Per gli atleti, come per i manager o i leader di varia natura, la mente, il corpo e le emozioni sono indissolubilmente legate e correlate: per questo non è sufficiente allenare solo una di queste parti per raggiungere buoni o ottimi risultati.

Prendiamo un caso eclatante, quello sulla bocca dei più negli ultimi mesi: Cristiano Ronaldo. “Facile per lui” penserete. Sbagliato. Cristiano Ronaldo è l’esempio di come alcuni risultati si possano ottenere, più o meno facilmente, solo grazie all’impegno, alla costanza e al rafforzamento della propria identità.

Emozioni, stress, dubbi, stanchezza, paure: tutti elementi che giocano un ruolo determinante nelle performance di qualsiasi genere. Lo stato d’animo che generalmente ci accompagna nell’affrontare una sfida ha un ruolo determinante sul risultato: ecco perché è indispensabile un lavoro di consapevolezza di sé e di integrazione con l’ambiente circostante.

Andiamo nello specifico, e quindi parliamo di questo mito: CR7.

Scegliere i propri modelli

Il primo passo è l’adozione e la scelta di modelli comportamentali che si avvicinino all’idea di atleta. Pare che i “Guru” per Ronaldo siano stati George Best e David Beckham. Entrambi unici per l’estro creativo e l’intelligenza agonistica, i campioni fungono da modelli di ispirazione per plasmare la tua identità e definire le proprie skills. Ognuno di noi, da sempre, ha bisogno di modelli: non da cui copiare, ma da cui attingere per decidere cosa, come e chi si vuole diventare. Se poi al modello di successo aggiungiamo le nostre unicità è bingo!

Definire una vision

La vision è, sia per le aziende che per gli individui singoli, lo scopo ultimo, la giustificazione stessa della propria esistenza e l’insieme di caratteristiche che li rendono unici, rispondendo alle domande:

Chi siamo?

Cosa facciamo?

Perché lo stiamo facendo?

La vision di Cristiano Ronaldo è ironicamente molto semplice e diretta: “Voler diventare il miglior giocatore al mondo” punto.

Allenamento

Come? In primis grazie ai ritmi martellanti nella scuola di leadership calcistica migliore al mondo, il Real Madrid, che ha contribuito a rafforzare il suo bagaglio tecnico, atletico e mentale. Cristiano Ronaldo aveva capito da tempo che se voleva eccellere, anche rispetto ai suoi compagni di squadra, doveva allenarsi di più ed in effetti mediamente rispetto alla sua squadra si allena quasi il 50% in più. Allenamento, non solo fisico, ma soprattutto mentale. Il fisico, per quanto allenato e agonistico, è sempre governato dalla mente. Inizia tutto dagli allenamenti costanti, strategici e innovativi come la crioterapia, per raggiungere una fisicità che agevola qualsiasi gesto tecnico. Ricordate i famosi goal in rovesciata? Il tema è proprio questo: l’importanza di saper visualizzare nel proprio cervello l’esecuzione anticipata della propria performance. Ciò che si dovrebbe cercare e adottare è quello che viene definito “l’istinto mentale del killer”: cioè quella rapidità intuitiva, quel tempismo decisionale in grado di sorprendere, stupire e riuscire in tutto ciò che si fa.

Ambiente

Quando si lavora in modo intenso su sé stessi, soprattutto a livello mentale ed emozionale, si riesce ad esprimere al meglio il proprio potenziale, contagiando l’ambiente circostante con una positività palpabile. La giusta attitudine nell’affrontare le sfide, l’indole da leader e la positività influiscono in modo determinante sulla performance individuale e di gruppo. Questo è il motivo per cui Cristiano Ronaldo viene considerato un campione su tutti i fronti: la sua personalità è in grado di influenzare una squadra intera, semplicemente con la sua presenza.

Affidarsi ad un coach significa intraprendere un percorso verso la consapevolezza di sé stessi, qualunque sia l’ambito di riferimento. Lo sport è una concreta metafora per spiegare ciò che ogni leader, manager o imprenditore vive quotidianamente in contesti più modesti: l’intelligenza agonistica si muove tra tutte le componenti del pensiero, razionali e irrazionali, consce e inconsce che subentrano in ogni tipo di sfida: nella vita, nel lavoro e nello sport.

Visto che CR 7 si allena molto di più degli altri per rimanere più a lungo il CR 7 che tutti conosciamo, TU quanto tempo pensi di dover investire a livello mentale ed emozionale per rimanere quello che sei il più a lungo possibile?