Le aziende erano, più o meno, abituate agli stakeholders tradizionali: clienti, fornitori, dipendenti e investitori (detti anche shareholders) ovvero coloro che si ritenevano essere i ‘portatori di interesse’ ruotanti intorno all’organizzazione.

Oggi si presta molta attenzione anche ai cosiddetti stakeholders emergenti cioè  i gruppi di pressione, l’opinione pubblica ed i media, i concorrenti, i potenziali dipendenti, i potenziali investitori, i partner, …

Perché? Perché l’azienda non è un microcosmo avulso dal contesto globale, perché l’azienda ha bisogno di avere buone relazioni il più possibile allargate, perché l’azienda sta sul mercato tanto quanto è supportata dal successo di ciò che fa e offre. Perché oggi blog, community e social media hanno dilatato e amplificato le possibilità di relazioni e re-azioni.

Proprio con i nativi digitali o gli smanettoni della rete si sono fatti largo gli influencer, che in fondo non sono altro che moderni stakeholders liquidi, presenze virtuali ma potentissime.

Un influencer è una persona con migliaia di seguaci sparsi sui vari social network, può essere uno YouTuber, avere un blog. Ogni volta che condivide un post, una foto o un video, riesce a ricevere moltissime visualizzazioni grazie alla fiducia dei suoi fan. Per un’azienda entrare nelle grazie di un influencer è come fare a costo contenuto una campagna pubblicitaria strabiliante.

L’influencer può essere un esperto di settore, un vip o semplicemente una persona che sa comunicare talmente bene da sollevare consensi di massa.

Il passa-parola è diventato click to click. Contano i like, le condivisioni, il gradimento che rimbalza nello spazio in un tempo brevissimo. Questa è la ‘fortuna’ di molti prodotti.

Come interessare e intercettare gli influencer?

Insomma ci sono scelte spontanee, è chiaro, ma anche opzioni oculatamente e strategicamente attirate. La qualità, l’originalità, i contenuti di un’offerta sono sempre un passepartout di successo. Resta però la questione della conoscenza e della diffusione. Ho messo in produzione una fantastica linea di abbigliamento ma stakeholders e influencer non fanno da cassa di risonanza, non gridano alla novità, non celebrano le mie creazioni. Probabilmente non mi si sono curato o non mi sono curato bene della mia rete di rapporti e della mia reputazione, off e on line.

Probabilmente non sono stato capace di presentare la bontà delle mie invenzioni. Probabilmente non ho esercitato sufficiente fascino sul pubblico.

Stakeholders o influencer che siano sono coloro che decretano il successo, di un marchio, di un’idea, di una tendenza. Sono anche il bacino aziendale di riferimento per captare necessità, sogni, aspettative.

L’azienda non dialogante, quella che non si impegna a tessere la trama delle connessioni, è destinata a fare fatica, molta fatica. Appeal, è necessario generare l’appeal delle emozioni.

E’ essenziale arrivare alla pancia, del proprio target o degli influencer di quel target.

D’altra parte ho parlato anche di potenziali dipendenti e potenziali investitori…Saper sedurre è l’unica leva che oggi scatena vere attenzioni. L’immagine, la Storia del brand e i suoi valori, possono essere portentose calamite.